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TREKKING: da Pignone al Castellaro – VAL DI VARA

Aggiornamento: 14 ago 2023


Pignone è un comune situato nella Val di Vara, alle spalle delle Cinque Terre.

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Il borgo di Pignone ha origini antichissime, dalle tradizioni dell’antica cultura contadina risalenti all’Età del Bronzo e alla prima Età del Ferro, ove sono stati ritrovati i primi insediamenti archeologici che collegano Pignone al Castellaro. Nel 2000, la zona è diventata sito di interesse comunitario.

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Il territorio si presenta ricco di terreni carsici, tra cui la Grotta del Castellaro, una cavità di origine carsica, popolata da una colonia di pipistrelli e da alcuni esemplari di geotritone. Torrenti, vallate e boschi di castagni e felci. Forte è la presenza di mulattiere e muri a secco e ponti, che testimoniano l’importanza delle vie di comunicazione, che Pignone ha rappresentato in passato come un importante luogo di commercio, grazie ai diversi sentieri e alle antiche mulattiere, che venivano utilizzati per trasportare i diversi prodotti tipici locali, come i prodotti ittici, l’olio, le patate, il mais, che venivano trasportati dall’entroterra verso il mare e viceversa: un collegamento significativo tra la Val di Vara verso il mare. (Monte Castellaro).

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Lungo la statale in Via Monti, si trova il sentiero numero 556. (C’è un ampio parcheggio ove lasciare l’automobile).

Il sentiero si inerpica tra rocce carsiche ricoperte da muschio e dalla fitta vegetazione, e dopo qualche minuto di marcia, sulla sinistra incontro la Grotta del Castellaro, meglio chiamata Grotta Grande.

Questa cavità di origine carsica, è popolata da una colonia di pipistrelli e da alcuni esemplari di geotritone, e sul fondo, un cancello chiude l’ingresso alla grotta. (è possibile visitarla con l’ausilio di gruppi speleologici).

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Scatto qualche fotografia, poi proseguo il mio cammino. Il paesaggio è davvero da fiaba, le fronde degli alberi danzano al suono del venticello, e ogni tanto un raggio di sole penetra al suolo superando i rami, regalandomi un tiepido piacere sul viso, per poter raggiungere il sito archeologico del Castellaro.

Tracce dell’insediamento umano è rappresentato dai muretti a secco realizzati a partire dal XVI secolo, infatti il paesaggio è stato ridisegnato dai contadini, per collegare l’entroterra con la costa per favorire il commercio.

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Questo percorso di trekking era da un po’ che volevo farlo, come sapete, mi sono trasferita in Val di Vara (Cassana) proprio il giorno del primo lockdown, e nonostante il tempo libero a disposizione, causa restrizioni, ho potuto visitare molto poco il territorio.

Forse sono stata una di quelle poche persone che hanno osservato tutte le regole durante le varie zone arancioni/rosse, cosa che purtroppo non posso dire di molti, che invece hanno fatto come han voluto. Detto questo, Pignone si trova proprio sui monti davanti casa e Cassana si trova proprio alle spalle di Monterosso, e da qui partano tantissimi sentieri escursionistici.

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Sempre con le mie Lowa - modello Renegade mid GTX

Bellissimo #trekking in un bosco incantato, grotte carsiche e pipistrelli, rocce calcaree e ripide salite. Il profumo dei fiori e l’odore dolce della terra.

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Nei vari articoli che ho scritto, vedrete purtroppo come questa valle sia in stato di abbandono, sentieri ricoperti dalla vegetazione e praticamente inesistenti, tanto che ho sempre dovuto portare con me una falce e dei guanti, per liberare la strada.

Ma questo sentiero, Pignone – Monte Castellaro, ho avuto il piacere di percorrerlo senza nessuna difficoltà. Ed è stato davvero piacevole.

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Avevo sentito alcune storie e leggende, come di un luogo mistico ed esoterico, tanto che la mia mente deve avermi suggestionato a tal punto, di sentire bisbigliare, sussurrare e ad un certo punto, ho come ‘sentito’ una porta cigolare… Le leggende hanno preso sopravvento nella mia immaginazione.

Si racconta di un luogo di culto degli antichi liguri, infatti si possono trovare i resti di quello che probabilmente in tempi remoti, era un tempio…

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Come mia abitudine, data la mia curiosità, sono solita a mollare i sentieri segnati, ed esplorare il bosco seguendo le tracce degli animali. Sentivo un forte odore di selvatico, e così ho iniziato a girovagare facendo diversi sali e scendi.

Arrivo ad un bivio e mi ritrovo nel punto dove avevo lasciato poco prima. Torno indietro sui miei passi e non proseguo in direzione dell’Alta Via delle 5 terre, inizia a calare il sole, e nella vegetazione, l’oscurità avanza prima. Peccato.

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Siccome so di essere vicina all’uscita del sentiero verso la strada provinciale, faccio una breve deviazione a destra, (all’andata era sulla sinistra), dove incontro la rigogliosa dolina detta Ciana Scue, con il suo percorso benessere; una palestra nel verde a cielo aperto denominato l’Anello degli Antichi Liguri. Esamino i cinque attrezzi improvviso qualche esercizio e poi mi siedo su una panca e mangio una mela.

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CURIOSITA’ e ACCENNI DI STORICI

Nel 1312 durante il suo viaggio per essere incoronato imperatore a Roma, il re di Lussemburgo Arrigo VII , scortato dal cardinale Luca Fieschi e 1500 soldati, passò proprio da Pignone.

Durante l’alluvione avvenuto nel 2011 in Val di Vara, per via dell’esondazione del torrente presso il borgo di Pignone, oltre ai numerosi danni alle poche attività commerciali e alle abitazioni, crollò anche il ponte medievale, simbolo del posto.

Proprio sul letto del torrente Pignone, si affacciano le tipiche case colorate, mentre alle loro spalle, si snodano una serie di viuzze (carugi), arrivando alla piazza principale del paese. Proseguendo a piedi dal centro storico, in pochi minuti, è situato l’antico acquedotto risalente al 500.

Le case del borgo di Pignone hanno la tipica costruzione delle case a cortina dei borghi liguri e con le tipiche facciate colorate. Pignone si adagia sul torrente e nonostante non vi siano state costruite mura di difesa, il passaggio avveniva solo attraverso le tre aperture, che probabilmente in passato, erano protette da torri. Grazie a questo sistema di edificazione di case una attaccata all’altra, l’accesso era controllato.

Il Ponte vecchio ad arco a sesto ribassato, che sovrasta il torrente, consentiva l’ingresso al paese, ove era posta la Madonna col Bambino, e come testimonia un documento vescovile del 1584, all’epoca era situato un ospedale che era adibito per i pellegrini, i viandanti ed i poveri.

Alcuni reperti che risalgono alla popolazione degli antichi liguri, sono custoditi presso il museo del Castello San Giorgio (SP)

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